Dopo l’ennesimo fallimento dei negoziati con l’Iran, culmine di un decennio di insuccessi diplomatici, il momento della verità sta arrivando. La convinzione che l’Iran potesse essere persuaso a rinunciare alle sue ambizioni nucleari si è mostrata infondata. Si avvicina la prospettiva inaccettabile di uno stato iraniano con l’atomica: una minaccia esistenziale per Israele e strategica per le risorse petrolifere del resto del mondo.
È l’ora di agitare almeno una minaccia credibile di intervento militare. Il problema è la divergenza tra gli Stati Uniti, che vogliono attaccare solo quando l’Iran sarà a un passo dall’atomica, e Israele, che vuole colpire prima, non appena gli iraniani avranno la possibilità tecnica di sviluppare l’ordigno. Sfortunatamente a Teheran sanno bene che il presidente Barack Obama ha tutto l’interesse a spostare ogni decisione di questo tipo a dopo le elezioni americane del prossimo novembre.